Non se ne può più! A suon di sinistri acronimi, la potente industria dell’intrattenimento sta tentando in tutti i modi di fare breccia nel muro dei diritti degli utenti del Web, con l’obiettivo non dichiarato di limitare la libertà di espressione e, ovviamente, lucrare il più possibile sui diritti di proprietà intellettuale. Diritti che, lo ricordo ancora una volta, dovrebbero appartenere agli artisti, cioè ai veri autori dei contenuti, ma in realtà sono nelle fameliche mani delle major che riconoscono loro solo una piccola parte dei multimiliardari proventi.
L’ultimo disegno di legge proposto dal fervente, prolifico e penosamente parrucchinato Lamar Smith, già promotore del SOPA, si chiama IPAA, ovvero Intellectual Property Attaché Act (cliccare qui per scaricare il testo in PDF). Il testo è a tutti gli effetti un estratto parziale del SOPA e riguarda il potenziamento e il trasferimento delle competenze in tema di proprietà intellettuale dall’US Patent & Trademark Office (USPTO) al Dipartimento per il Commercio, in particolare per gli IP attachés, una specie di diplomatici che spingono per l’adozione di leggi a protezione del copyright in paesi stranieri. Un estratto, quindi, che non prevede misure punitive e ingiuntive, né obblighi per sistemi di pagamento e servizi pubblicitari. Ma anche in questo caso, purtroppo, il disegno di legge si focalizza esclusivamente sulle misure ingiuntive ignorando completamente importanti limitazioni ed eccezioni a salvaguardia degli utenti.
Questo malcostume lascia ancora una volta la porta aperta ad una successiva espansione delle misure ingiuntive nel rispetto dell’agenda tracciata da Hollywood. A pensar male, infatti, si fa peccato ma raramente si sbaglia. Alcuni elementi fanno dubitare fortemente sull’obiettività delle misure, ad esempio il fatto che il ruolo di Deputy Assistant Secretary of Commerce for Policy and External Affairs, preposto all’enforcement in tema di proprietà intellettuale, è attualmente ricoperto da Shira Perlmutter, una famigerata estremista nella difesa del copyright, già Executive Vice President dell’International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) nonché Vice President e Associate General Counsel per Intellectual Property Policy di Time Warner. Una garanzia verso l’introduzione di limitazioni ed eccezioni a tutela di utenti e consumatori, no?
A ciò si aggiungono anche il sospetto succedersi di diversi disegni di legge in USA e UE in tema di copyright e l’eccezionale celerità di introduzione di IPAA alla House of Representatives USA per essere sottoposto al U.S. House Committee on the Judiciary (HJC): nessun giorno di attesa contro i cinquanta giorni mediamente richiesti per gli altri disegni di legge. E indovinate chi è il chairman dell’HJC?
Tutti questi elementi fanno pensare ad un affannato tentativo di far passare, ovviamente in sordina come già avvenuto per SOPA, una prima parte dei provvedimenti voluti da Hollywood, sia per creare una breccia attraverso la quale far passare più agevolmente tutto il resto in un secondo momento, sia per individuare il modo più rapido ed efficace per eludere il controllo delle associazioni a difesa della libertà di espressione sul Web.
La totale assenza di trasparenza, la frenesia e la reiterazione dei tentativi di introdurre sempre le stesse misure ingiuntive a totale vantaggio della famigerata industria dell’intrattenimento sono alquanto sospette e, nel caso di IPAA, la presenza di Lamar Smith in prima linea è una vera e propria conferma che stiamo assistendo all’ennesimo tentativo di minare la libertà di espressione e di fruizione dei contenuti sul Web. Con un unico, grande obiettivo: limitare o addirittura eliminare l’ultimo baluardo della libera informazione rimasto a disposizione della gente comune per poter accedere alla verità tanto abilmente e accuratamente celata da televisioni, giornali, agenzie di stampa e notiziari ufficiali, ovvero il World Wide Web.
Qui non è in gioco la proprietà intellettuale di autori e artisti, come vogliono farci credere, bensì il libero accesso alla vera informazione, a notizie di prima mano, non filtrate né manipolate. L’unica possibilità che la gente comune ha a disposizione per risvegliarsi, informarsi, approfondire e accedere finalmente alla verità. L’unica possibilità di unire i puntini e scoprire cosa si cela dietro la Matrix.
Ettore Guarnaccia
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