Censorship, World Wide Web

Il Web ha un nuovo alleato nella lotta contro la censura

Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!Le persone molto potenti e quelle molto stupide hanno una cosa in comune: invece di cambiare la propria visione in base ai fatti, cercano di cambiare i fatti in […]
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!

Le persone molto potenti e quelle molto stupide hanno una cosa in comune: invece di cambiare la propria visione in base ai fatti, cercano di cambiare i fatti in base alla propria visione (tratto dalla lettera aperta di Kim Dotcom a Hollywood). Una massima che calza perfettamente con la vicenda Megaupload e, più in generale, con la guerra deliberata che l’industria dell’intrattenimento vuole a tutti i costi combattere contro il Web. Una guerra persa in partenza che solo persone molto potenti e molto stupide possono sperare di vincere.

 

La guerra delle major contro il World Wide Web

Il famoso caso Megaupload ha portato in luce una guerra che le major speravano di condurre in sordina finché non fossero stati attuati tutti i passi necessari a vincerla. Ne sono un chiaro esempio i diversi tentativi di far passare disegni di legge come SOPA e PIPA o trattati commerciali come ACTA a vantaggio dell’entertainment e a discapito della libertà e dell’innovazione. Due principi, questi ultimi, che appartengono al Web: provate a pensare com’era la grande rete dieci o anche solo cinque anni fa e com’è oggi, provate a focalizzare cosa è possibile fare sul Web rispetto a qualche anno fa. Per non parlare di quando esso non esisteva (prima del 1993) e di come è cambiata la nostra vita nel frattempo.

Il Web ha avuto un’evoluzione fantastica grazie all’aumento esponenziale di utenti, servizi, tecnologie, comunicazioni, velocità, dati e, soprattutto, a grandi innovazioni. Tanto che, oggi, molti di noi considerano Internet e Web come qualcosa di scontato con cui interagiamo quotidianamente sia per lavoro che per diletto. Qualcosa che è in grado di darci un’estrema libertà di azione, condivisione e fruizione, forse l’unica cosa, in grado di avvicinarsi, sebbene in forma elettronica, ai concetti di coscienza collettiva e trasmissione del pensiero. Senza ombra di dubbio, la rete Internet e il Web sono da considerare fra le più importanti invenzioni dell’uomo in epoca moderna.

Come purtroppo avviene sempre più spesso, ciò che diventa una grande risorsa per il bene dell’umanità intera, costituisce automaticamente un’altrettanto grande minaccia per chi insegue principi e valori opposti, ovvero il bene personale, il profitto, il controllo e il potere. La guerra al Web non è un semplice atto volto a riconoscere i diritti di proprietà intellettuale ai reali autori di brani musicali e film, anche perché essi non ne sono proprietari per nulla. A detenere i diritti sui contenuti multimediali, infatti, sono le grandi case discografiche e cinematografiche dell’entertainment rappresentate rispettivamente da RIAA e MPAA. No, questa è una guerra all’ultimo strumento di libera informazione rimasto al genere umano.

 

Le inevitabili conseguenze di una politica mafiosa

Ma tralasciamo per un attimo questa teoria di stampo complottista per focalizzare l’attenzione sulla lotta alla pirateria. Le major, invece di adattarsi dinamicamente ed intelligentemente alla nascita, all’evoluzione e alla proliferazione dei nuovi mezzi di comunicazione, diffusione e condivisione, hanno da sempre boicottato le innovazioni cercando di ostacolarle in tutti i modi,  grazie anche al supporto condizionato dei governi, opportunamente corrotti o ricattati. Una spiegazione alternativa dell’affannoso prodigarsi di deputati, senatori, commissioni nazionali ed internazionali nell’allestire e sponsorizzare disegni di legge chirurgicamente confezionati a tutto vantaggio dei colossi di Hollywood.

Un ulteriore esempio è costituito dalla recentissima sentenza della Corte Suprema Francese che ha imposto a Google di censurare i termini Megaupload, Rapidshare e Torrent dalle funzionalità di completamento automatico e dai suggerimenti di ricerca per non facilitare le violazioni del diritto d’autore. Una sentenza che dà ragione, guarda caso, alla SNEP (Syndicat national de l’édition phonographique), ovvero l’organizzazione che protegge gli interessi dell’industria multimediale francese.

Intendiamoci: non approvo assolutamente la copia e la diffusione non autorizzata di contenuti protetti da copyright. Ritengo il fenomeno della pirateria una pratica illegale ma, al tempo stesso, sono convinto che esso sia una semplice conseguenza delle scelte dell’industria multimediale che avrebbe dovuto prendere atto molto tempo fa del cambiamento epocale portato dall’evoluzione tecnologica invece di restare ancorata ai primi anni ’80. La guerra alla libera diffusione dei contenuti, infatti, nacque proprio in quegli anni con la diffusione di registratori e videoregistratori che consentirono anche alla gente comune di duplicare illegalmente brani musicali e film.

La pratica generalizzata di duplicare e diffondere contenuti protetti da copyright è sempre stata un chiaro indicatore del fatto che i prezzi di vendita erano e sono tuttora completamente fuori mercato, soprattutto in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo. Il mercato della pirateria frutta ai criminali miliardi di dollari che le major avrebbero potuto dirottare nelle proprie casse scegliendo criteri e prezzi di vendita più consoni, trasparenti e adeguati all’attuale momento storico, invece di adottare pratiche lobbistiche e mafiose e far pendere artificiosamente la bilancia di domanda ed offerta. Potenti ma stupidi.

 

Una possibile soluzione per tutto

Questi ottusi bisonti dovranno presto fronteggiare una nuova imponente minaccia: Megabox. Un nuovo ed avanzato sistema di diffusione e condivisione legale di contenuti multimediali che il proprietario di Megaupload, KimDotcom, si appresta a lanciare non appena avrà risolto le proprie vicende legali con il governo degli Stati Uniti. Megabox, almeno sulla carta, consentirà agli autori di pubblicare autonomamente le proprie opere e venderle in maniera efficiente, diretta e a prezzo equo, bilanciando realmente la domanda degli utenti con l’offerta degli autori e creando di conseguenza il prezzo più adeguato in base alla qualità e alla ricercatezza dei contenuti, senza imporre un cartello deciso a tavolino. Un drastico abbassamento dei prezzi potrebbe comportare un enorme aumento dei volumi di vendita e di diffusione, quindi un enorme vantaggio sia per gli utenti che per gli autori stessi, a discapito delle major che potrebbero man mano essere aggirate e divenire in breve tempo totalmente inutili. Servizi come iTunes e TIMvision possono già fornire un assaggio di come il mercato dell’entertainment potrebbe evolversi in tal senso.

E non finisce qui, perché un servizio come Megabox potrebbe potenzialmente abbattere anche l’intero fenomeno della pirateria multimediale. Provate ad immaginare l’ultimo album di un cantante famoso o un film di grido messi in vendita al grande pubblico ad un prezzo talmente irrisorio da rendere antieconomico l’acquisto dei supporti vergini e inutile la fatica della duplicazione illegale. La diffusione legale dei contenuti potrebbe raggiungere volumi mai visti, la pirateria non avrebbe più alcun senso pratico e non sarebbero più necessari ridicoli disegni di legge, ingiunzioni, forzature, corruzioni, ricatti, lobby e centri di potere. Probabilmente sparirebbero anche altre minacce ben più gravi, criminali e dannose per l’umanità intera.

 

Il movimento di Kim Schmitz per la libertà e l’innovazione

In attesa di lanciare Megabox, Kim Schmitz chiama a raccolta il popolo del Web e promuove un movimento contro gli attentati alla libertà e all’innovazione e, in particolare, contro il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Kim, infatti, ha lanciato un nuovo portale per denunciare le numerose irregolarità e i soprusi commessi dal governo e dalle autorità federali USA nel chiudere Megaupload e nel sequestrarne illegalmente i dati, compresi quelli legittimi. Nel portale è attivo anche un sondaggio che chiede agli americani, in caso di mancata riapertura di Megaupload entro il primo novembre, se saranno disposti a votare Obama alle prossime presidenziali. Stando ai risultati attuali, parrebbe proprio di no.

Kim ha anche prodotto e interpretato una canzone intitolata “Mr. President” con relativo videoclip in cui si rivolge ad Obama denunciando gli attacchi alla libertà di espressione, all’innovazione e al cambiamento. “La guerra per Internet è iniziata. Hollywood controlla la politica. Il governo sta uccidendo l’innovazione. Non permettiamo loro di passarla liscia.”, questa è la traduzione del testo iniziale del brano. Non vi è dubbio che la scelta di Kim Schmitz di scendere in campo sia dovuta all’intenzione di difendere principalmente i propri interessi e la propria libertà, ma il movimento da egli promosso potrebbe dare ulteriore slancio e visibilità alla lotta contro i soprusi delle lobby, supportando la difesa della libertà di informazione ed espressione sul Web. Adesso è possibile seguire Kim anche su Twitter.

Chi mi ha già letto sa che ritengo il Web più forte di qualsiasi tentativo di censura e limitazione, ma la guerra è tuttora in corso e la strada verso la vittoria è ancora lunga, tortuosa e piena di insidie. In gioco non c’è solo la libertà di informazione ma l’ultima possibilità del genere umano di accedere alla verità.

 

Ettore Guarnaccia

 


Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!


5 Comments

  1. Kim Dotcom sta lavorando a “qualcosa di inarrestabile”. E’ il ritorno di Megaupload?
    I know what you are all waiting for. It’s coming. This year. Promise. Bigger. Better. Faster. 100% Safe & Unstoppable.
    http://www.downloadblog.it/post/25585/kim-dotcom-sta-lavorando-a-qualcosa-di-inarrestabile-e-il-ritorno-di-megaupload

  2. Megaupload tornerà e “sarà indistruttibile”, parola di Kim Dotcom
    Nonostante sia stato accusato dall’FBI di violazione di copyright, frode e racket, Kim Dotcom, fondatore ed ex gestore di Megaupload – il più famoso sito web di file-sharing al mondo – non ha per nulla intenzione di arrendersi. Ha fatto sapere con un tweet che il suo sito tornerà nuovamente online in una inedita versione “indistruttibile” e con un nuovo nome: Megabox.
    http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/hitech/megaupload_king_dotcom_itunes-190688.html

  3. Megaupload, si gioca a carte scoperte
    Le autorità neozelandesi premono per la trasparenza: per difendersi Dotcom e soci devono sapere cosa gli States sanno di loro
    http://punto-informatico.it/3584060/PI/News/megaupload-si-gioca-carte-scoperte.aspx

  4. Il nuovo Megaupload cambierà il mondo. Firmato Kim Dotcom.
    «MEGA tornerà. Migliore. Più grande. Più veloce. Gratis e protetto dagli attacchi. Evoluzione!».
    http://www.rockit.it/news/18877/il-nuovo-megaupload-cambiera-il-mondo-firmato-kim-dotcom

Trackback / Ping

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.