Il mio precedente articolo sulla Keshe Foundation e l’Iran ha avuto un successo inaspettato e ringrazio qui tutti coloro che mi hanno riservato commenti lusinghieri ed apprezzamenti in genere. L’intento non era certamente quello di riscuotere un consenso fine a sé stesso, bensì quello di alimentare nel maggior numero di persone la speranza in un cambiamento positivo per l’umanità.
Da un po’ di tempo percepisco un sentimento diffuso di stanchezza e repulsione da parte delle persone con cui ho a che fare e che incontro ogni giorno. Un sentimento purtroppo male indirizzato: c’è chi è disgustato dal sistema ed auspica una rivoluzione di piazza analoga a quelle già in corso in Spagna, Portogallo, Francia e Grecia, chi cova rabbia e risentimento, chi è disperato e chi addirittura invoca l’avvento di una dittatura al posto dell’attuale, mal funzionante, democrazia. Come se ci fosse mai stata una qualche forma di democrazia.
Dopo la scrittura dell’articolo ho partecipato alla conferenza “Il Nuovo Tempo” tenuta dal ricercatore Pier Giorgio Caria e dalla grafologa e contattista Marina Tonini, un’occasione veramente preziosa perché ne ho tratto diverse conferme e perché mi ha fatto capire come il messaggio che ho voluto trasmettere con il mio articolo fosse parziale e, in qualche modo, fuorviante. Il cambiamento che tutti noi desideriamo potrebbe anche essere innescato da una tecnologia così potente da soppiantare in breve tempo tutti i monopoli che stanno soggiogando l’umanità, ma non può essere attuato e compiuto solo per questo tramite.
Quand’anche la tecnologia MAGRAVS della Keshe Foundation fosse distribuita ai governi di tutto il mondo in forma pubblica, quali garanzie avrebbe l’umanità su un utilizzo differente rispetto a quello finora perpetrato a proprio danno? E se anche si fosse in grado di aggirare governi, eserciti, banche e multinazionali, a chi potremmo affidare la diffusione su vasta scala di questa tecnologia per ottenere le dovute garanzie di uso generalizzato, senza discriminazioni e senza esclusioni? Chi riterremmo pronto per questo importante e fondamentale ruolo? Chi sarebbe disposto a mettere in secondo piano i propri interessi personali a vantaggio dell’umanità? Saremmo veramente disposti ad affidarlo ad uno scienziato, un personaggio pubblico, un conoscente o un amico? Saremmo in grado noi stessi di assolvere a questo compito?
È mia opinione che un tecnologia così promettente, in grado di rovesciare le sorti del futuro planetario, richieda necessariamente un cambiamento preventivo dell’umanità a livello etico e spirituale. Senza questo fondamentale presupposto, un balzo tecnologico di questa portata potrebbe addirittura accelerare l’ormai avanzata devastazione del pianeta e portare alla distruzione dell’umanità.
Giusto per fare un parallelo, Internet e il Web costituiscono, insieme, la più grande invenzione tecnologica dell’uomo in epoca moderna in grado di collegare qualsiasi angolo del mondo in pochi istanti, di veicolare informazioni, dati, parole, immagini e altri contenuti di vario genere. Una tecnologia attorno alla quale ruota ormai qualsiasi cosa. Eppure, la maggior parte di noi non usa questa meraviglia tecnologica per scopi di utilità planetaria, umanitaria, sociale o per aumentare il proprio grado di consapevolezza, bensì per giocare, per divertirsi, per discutere di argomenti frivoli e spesso per offendere e provocare gli altri. Leggo tanti contenuti assolutamente inutili con decine di commenti, retweet e like, mentre argomenti profondi e illuminanti vengono completamente ignorati, a dimostrazione che sono troppo pochi coloro che usano il Web con correttezza, consapevolezza, cognizione e rispetto per il prossimo. Abbiamo un media potentissimo che ci permetterebbe di condividere il nostro pensiero con il resto del mondo, di costruire una sorta di coscienza planetaria, di creare una forma di telepatia telematica e lo sfruttiamo invece per azioni futili e senza senso.
La tecnologia di Mehran Tavakoli Keshe potrebbe diventare il fenomeno tecnologico del ventunesimo secolo, sebbene lasci tuttora diversi dubbi, ma non è l’unica ad ambire al primato visto che il nostro Andrea Rossi sta perfezionando l’e-Cat e desta grande interesse anche la tecnologia ad onde scalari di Konstantin Meyl, tanto per citare due alternative degne di attenzione. Le medesime tecnologie basate su fusione fredda e campi elettrici, magnetici e gravitazionali sono in possesso di alcune superpotenze mondiali da oltre mezzo secolo, ma il loro utilizzo viene nascosto e sistematicamente impedito per salvaguardare i profitti derivanti da tecnologie antiquate ma economicamente più redditizie.
La gente comune è così costretta ad utilizzare motori a scoppio la cui concezione di base non è variata in oltre mezzo secolo, tanto che ancora oggi si può restare a piedi per una batteria scarica, una foratura o un semplice fusibile. Da oltre mezzo secolo i malati di cancro vengono martoriati da tecniche antiquate e devastanti come la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia, le uniche contemplate dalla medicina ufficiale, mentre numerose cure evolute, naturali e non invasive vengono tuttora osteggiate e diffamate con qualsiasi mezzo. Lo stesso accade per l’alimentazione, per i trasporti e in numerosi altri campi.
Il problema non è l’assenza o l’arretratezza della tecnologia, perché qualsiasi avanzamento tecnologico solitamente non contribuisce a rendere l’essere umano migliore, anzi, spesso ne amplifica le attitudini negative e i comportamenti dannosi. Basti pensare alla condotta pericolosa e irrispettosa introdotta con il solo lancio del telefono cellulare, ma anche alle guerre moderne condotte con armi intelligenti o all’enorme crimine planetario perpetrato per mezzo della geoingegneria clandestina.
Il vero problema è l’essere umano. Finché noi uomini continueremo a pensare come individui e non come una comunità, finché non capiremo che gli errori di uno si ripercuotono su tutti, finché non impareremo il rispetto verso noi stessi, il prossimo e il pianeta di cui siamo semplici ospiti, non ci sarà tecnologia in grado di portare alcuna evoluzione. Il problema è dentro di noi, siamo noi.
Continuiamo a cercare fuori di noi qualcosa che ci faccia sentire migliori mentre in realtà restiamo sempre gli stessi, quando non peggioriamo. Facciamo code di diverse ore per acquistare il più recente gadget tecnologico convinti che possa aumentare il nostro valore, mentre invece ci lascia esattamente come eravamo. La chiave della nostra vera evoluzione è dentro di noi, non altrove.
Non sarà una tecnologia a salvarci, ecco perché è perfettamente inutile limitarsi a sperare che la tecnologia Keshe venga effettivamente diffusa se prima non scegliamo di avviare un percorso di evoluzione personale che ci consenta di migliorare la nostra etica, elevarci spiritualmente e spostare i nostri ragionamenti da un’ottica individuale ad una collettiva ed universale. Dobbiamo elevarci verso nuovi standard di consapevolezza, di coscienza, di rispetto e di amore, per rendere l’ambiente che ci circonda terribilmente inospitale a coloro che ancora ragionano come individui avidi ed egoisti. Prima di desiderare un cambiamento, dobbiamo diventare noi stessi il cambiamento che desideriamo.
Ecco perché è fondamentale dedicare il nostro prezioso tempo ad approfondire argomenti veramente importanti per il nostro futuro e a coltivare l’evoluzione interiore piuttosto che quella tecnologica che non siamo ancora in grado di dominare. Abbiamo l’assurda pretesa di voler adottare e dominare tecnologie avanzate senza nemmeno aver mai preso la patente di esseri umani.
Ettore Guarnaccia
L’autocritica è pienamente condivisibile, esprime anche un lato essenziale del mio pensiero; però trovo fuorviante questo più che non il tuo primo, eccellente articolo e cercherò di puntualizzarne le ragioni.
1. sulle tre tecnologie che citi, Rossi, Meyl, Kf va notata la strategia assai più consapevole, come tale direi predestinata di M.T. Keshe, nell’aver provveduto ai preventivi depositi di brevetto, per poi elargirli senza i rischi di rimanere intrappolati, che tu stesso descrivi.
È un merito ed un segno non da poco, che indicizza una vocazione umanitaria unica e riconoscibile; a parte l’efficenza applicativa, decisamente superiore. Nessuno ad es. aveva mai guarito la Sclerosi Multipla e senza medicinali.
Più che del XXI secolo, parlerei del 3° millennio; mi chiedo di quali dubbi parli (sarebbe bene precisarle tali affermazioni) e non mi pare che ambisca ad alcun primato, ma piuttosto che dica “è tutto vostro”! Perché allora essere tendenziosi?
Quando dici “ma non può essere attuato e compiuto solo per questo tramite” gli carichi TU il peso di dover essere il solo tramite; chi parte da questo lo fa d’istinto e magari il tuo articolo gli calza; ma nessuno lo sostiene e non è il basamento su cui poggiare, né un motivo per respingere un dono prezioso e rifiutare la conoscenza.
Semmai la Kf invita a cogliere la palla al balzo per rinnovare l’ego del genere umano; in ogni caso quando verrà il momento, ciascuno prenderà la strada in cui si è avviato.
La tecnologia MAGRAVS non verrà accolta dagli attuali governi in forma pubblica, stanti i costrutti attuali; ma se accadesse, ciò sarebbe testimonianza di un auspicabile mutamento, per cui la tua domanda troverebbe risposta. I troppi dubbi, devo dire, sembrano riportare più indietro che avanti.
2. sono pienamente d’accordo, lo ribadisco in sito, che il problema primo sia l’essere umano in se stesso; ma questo nulla toglie al significato futuribile del nuovo, grandioso apporto. Non è un problema della Kf il modo in cui la razza umana procederà, né un suo carico filosofico.
A mio avviso Keshe ha lanciato un dardo destinato a raggiungere il bersaglio oltre quel confine che l’uomo dovrà affrontare, di un repulisti generale ed un risorgere delle coscienze, inevitabili; cosa questa che potrà verificarsi solo in un modo, già scritto da millenni – e non sarà una passeggiata – a monte di qualunque tecnologia.
Il resto verrà dopo.
3. ciò premesso, non trovo affatto inutile sperare che la tecnologia Keshe venga effettivamente diffusa, non certo per sostituire alcuna vera responsabilità, ma perché si pone come LA SOLA ALTERNATIVA ad una imposizione e schiavizzazione globale senza via d’uscita.
È forse il solo mezzo in grado di sollevare e contrapporre una presa di coscienza pratica e sociale delle persone, stanti due soli parametri in gioco: subire fino alla morte spirituale di tutti (e materiale di molti), o rimboccarsi le maniche per sempre e fino in fondo.
Non c’è niente in grado di forzare tale risveglio ed abbattere la cecità che giustamente denunci, se escludiamo la presenza di tale offerta; i blog non bastano! questo probabilmente è proprio il motivo per cui sorge adesso, inducendo ad un superamento dei confini territoriali, razziali e speculativi anche coloro che non si accorgono di metterli in atto ogni giorno, convinti di essere i “buoni”.
Saremmo chiusi in un’unica trappola (politico-finanziaria e scientifica), dalla quale è molto improbabile che si possa uscire discutendola dall’interno. In altre parole -già usate- non si esce dalla droga continuando a drogarsi, e noi drogati lo siamo già, dai cellulalri alle chemtrails…
4. “Dobbiamo elevarci verso nuovi standard …”. Sì, e il termine “standard” è emblematico: allo stato attuale, in cui versa il mondo intero, occorre almeno un contrappeso, se basterà.
Vorrai convenire che, senza più un punto di riferimento, le tue sono destinate a rimanere solo belle parole; pensaci bene. Il prima e il dopo come tu li esigi sono irreali in quanto privi di interazione; all’evoluzione calza meglio “un colpo al cerchio, uno alla botte”.
Quindi apriamo le braccia al lavoro di Keshe, poiché è dedicato a noi e non mi sembra proprio il caso di minimizzarlo. Oltretutto non ci siamo solo noi, con una maturità immatura e compromessa: va tenuto conto delle generazioni future, le quali cresceranno con quello che trovano.
Per finire: “l’assurda pretesa” potrà riguardare alcuni, ma non tutti: c’è chi la patente ce l’ha, cominciamo a capire questo.
Se il commento è troppo lungo, fammelo sapere e riproporrò il tuo articolo come degno di nota, commentandolo passo passo nel mio sito.
grazie.
Grazie per il tuo commento appassionato e denso di concetti. Anche tu hai fatto l’onorevole scelta di scrivere in un blog, perciò sicuramente saprai, anche meglio di me, che quando si scrive su un argomento particolarmente delicato non è possibile accontentare tutta l’audience, è un rischio calcolato.
Credo di aver celebrato ampiamente la tecnologia Keshe in ben due articoli circostanziati che sicuramente trovi elencati in calce a questo come correlati. Proprio in seguito a questi articoli dai toni entusiastici, ho ricevuto un certo numero di feedback il cui significato comune era, in sintesi, “con questa tecnologia siamo finalmente salvi!“. Sebbene in un primo momento anch’io abbia pensato la stessa cosa, analizzando bene il tema Keshe ho individuato alcuni punti che non mi hanno convinto appieno.
Non so di quali informazioni e dimostrazioni tu disponga allo stato attuale, io finora ho letto, ho ascoltato, ho visto trailer interessanti, ho appreso e compreso teorie rivoluzionarie che mi convincono sicuramente, ma non ho visto la tecnologia Keshe all’opera in alcuna forma, se non un piccolo reattore fatto con una bottiglia come se ne sono visti ancora in passato sul Web. Probabilmente dovremo attendere il 15 dicembre e oltre per avere questo onore e soddisfare la nostra sete di evoluzione tecnologica, spero di non dover attendere troppo a lungo, come tanti.
Sebbene a parole M.T. Keshe indirizzi la sua tecnologia all’umanità intera, senza discriminazioni, una prima discriminazione l’ha compiuta lui stesso decidendo di diffonderla solo attraverso le ambasciate e i governi del mondo, notoriamente corrotti, collusi e, in più di qualche caso, conditi di veri e propri criminali. Forse la scelta di fondare una sede operativa in ciascun paese, sotto forma di associazione umanitaria, per divulgare, insegnare e porre in opera la tecnologia sarebbe stato un approccio ben più evoluto, no? Almeno questo è il mio parere, ed è una delle cose che non risuonano positivamente. Ci saranno certamente dei motivi che l’hanno spinto ad agire in tal modo, ma Keshe si è rifiutato di comunicarli e, al momento, io non riesco ad individuarli e, quindi, a comprenderli.
In ogni caso, non era mia intenzione imputare alla tecnologia Keshe la responsabilità di fare evolvere la razza umana, anche perché ho premesso chiaramente che la nostra evoluzione, come individui prima e come umanità poi, non può avvenire per mezzo di una tecnologia. Personalmente considero la MAGRAVS una tecnologia fantastica, dalle potenzialità impensabili, ma di certo non la considero come la sola alternativa per uscire dalla schiavitù: l’uomo è schiavo perché vuole essere schiavo e potrà liberarsi, con o senza tecnologia, solo quando riuscirà a capire questo.
Quando finalmente avremo tutti la conferma che sia possibile viaggiare da Teheran a New York in 10 minuti, guarire cancro, SLA e SM senza inutili sofferenze, impedire le guerre o risolvere i problemi idrici e alimentari del mondo intero, sarò ben felice di abbracciare te e chiunque altro esultando per questa magnifica scoperta.
Ma resterò sempre dell’idea che un evoluzione interiore, etica e spirituale dell’essere umano, basata sull’amore, resti comunque imprescindibile.
Grazie ancora per il tuo prezioso apporto.
“una prima discriminazione l’ha compiuta lui stesso ”
mi pare chiaro che non avesse altra scelta che seguire le vie ufficiali e anche così cercano di sabotarlo al più non posso. Egli denuncia la corruzione della Triade, ma la invita al tavolo della pace. Nel chiedermi quanto ci speri, mi sono detto che non è questo il punto; ma qua il discorso si farebbe lungo.
Una sede operativa in ciascun paese, problematiche formali a parte, è un’utopia (soprattutto per chi deve autofinanziarsi).
E poi chi le gestisce fisicamente? Di fatto mi pare sia ciò che Keshe stesso cerca di ottenere; ma il solo modo realistico, anche per non frammentarsi pericolosamente, è coinvolgere i Paesi stessi, no? Non si tratta di aprire delle diocesi ma di interagire con degli scienziati e relativi governi. Che senso avrebbe se poi non lo vogliono? come si dice, ‘non si sta in paradiso a dispetto dei santi’.
Sono stati posti tutti in grado di decidere, a loro beneficio; ma del decreto proibitivo di Obama qualcuno è portato a tener conto.
Condivido il tuo punto di vista; gli è che nel negare alla tecnologia “la [non] priorità” nel fare evolvere la razza umana”, crei un paradigma, che poi rigetti. Senza volerlo, butti via il bambino insieme ai panni sporchi: alla mente di chi legge per la prima volta suggerisci l’inutilità.
Questo ho inteso dire; bisogna fare molta attenzione alle forze che tendono a dirottare chi preconizza un futuro, poiché si muovono per canali impalpabili e senza sosta.
“… solo quando riuscirà a capire questo”. In generale lo penso anch’io; ma quante probabilità intravvedi che si verifichi spontaneamente, sotto le pressioni correnti?
questa fase dell’evoluzione planetaria è segnata dal confronto di due forze enormi, che l’umanità non può gestire se non prendendo coscienza di entrambe, ognuno nel suo: un salto di livello senza precedenti contro una coercizione fino ai limiti della vita.
Servono entrambe a far scattare il meccanismo che tu auspichi e non vanno viste in modo unilaterale, ma entrando nel divenire.
Quanto a me, un abbraccio fraterno fin da ora non necessita di voli spaziali; e sulla primarietà dello sviluppo interiore, etico e spirituale non ho riserve, né occorre tutta questa roba tecnologica per esserne coscienti. Occorre però per andare avanti, o non sarebbe accaduto.
Sono certo rileggendomi coglierai le relazioni meno immediate.
“Quando avremo tutti la conferma di tutto …” senza la partecipazione di base? e quando mai? È PROPRIO QUESTO IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE.
Gustare la pappa pronta non è evolvere.
Comunque Keshe ha già dato dimostrazioni sia di evoluzione interiore, etica e spirituale di essere umano, basata sull’amore, che di gravità autonoma e soprattutto le malattie che dici LE HA GIÀ guarite: accetta persino prenotazioni.
Grazie a te per questo sentito dialogo.
Non intendo assolutamente criticare le scelte di Keshe, dico solo che non riesco a comprenderle, forse per limiti miei. D’altronde anch’io devo evolvere come tutti gli altri…
Non ho mai inteso definire inutile la tecnologia in questione, bensì solo insufficiente alla causa evolutiva dell’uomo. È invece forte la speranza che essa sia risolutiva per le sorti del futuro nostro e del pianeta.
Devo anche dirti che invidio molto la tua ferma fiducia sul tema, io per il momento non ho ancora la stessa fortuna.
Grazie ancora.
Experiment Keshe Foundation 21 september 2012 with burning lamp and boat with Tesla Antenna
Release of the Technology:
1. Special Photo Report (overview). Release technology on 21 september http://t.co/b4akS3uW
2. Experiment burning lamp and boat with Tesla antenna
3. Education program how to share the knowledge with te world http://t.co/kMQmRvJ2
4. Education part understanding magnetic field / balance http://t.co/RIDyrpp7
5. Prof. Konstantin Meyl explains different waves Tesla / Herz http://t.co/9ANCeWbc
Video: http://www.youtube.com/watch?v=rNZu46hxojE
Un titolo, quello di questo post, che si ripropone dopo più di due mesi con ancor maggiore enfasi come il giusto grido.
Nei miei commenti avevo estrapolato alcuni parametri oggettivi della vicenda Kf, seguendo le tue considerazioni e proponendo tali componenti, fino a prova contraria, sotto una luce analitica positiva.
Ora dal tuo post del 7 Dicembre, vi è motivo di ritenere che tali aspetti della vicenda possano riproporsi con segno opposto.
Se fino ad oggi infatti il topico era un plausibile invito al futuro da parte di una Fondazione portatrice di conoscenze preziose – dunque da salvaguardare e sostenere, previo l’immancabile scardinamento di uno stato di malattia della società umana, preannunciato dai tempi – ecco d’improvviso almeno un enunciato che tradisce un disegno a mio giudizio deprecabile, sotto l’egida di un ultimatum alle nazioni.
Riparto dunque da questa tua pagina, poiché ne farei la risposta diretta per tutti a quella del 7 Dicembre, dal titolo “Keshe: l’ultimatum ai governi e la creazione universale”. L’ho letta e riletta e mi baserò su quanto dispiega (senza ricercare gli originali): la sua lucidità espositiva ispira fiducia e a me pare esauriente.
Il gioco dunque si scopre con l’ultimo, travolgente rilancio.
Sembra un circolo che si chiude, per una verità che si dischiude; ma non è quella dell’evoluzione interiore, etica e spirituale di un essere umano, bensì l’altra faccia della medaglia, che M.T. Keshe non considera, e forse neppure focalizza (se poi il bisogno di esternare una propria grandeur oltrepassa qualsiasi cautela, anche questa è solo una molla, manovrata da …).
Dobbiamo far fronte ad una strategia, non troppo manifesta, che non si lancia in mosse sbagliate, tiene conto di posizioni come le nostre e forse saprà trarne vantaggio in ogni caso: ad es. se ci fossimo fermati – come altri fanno – al dissenso iniziale, in seguito le adesioni globali e lo sviluppo sperimentale avrebbero tacitato ogni riserva, facendo brillare come una stella la buona fede della Kf, e sovrapponendo quello tecnologico a qualsiasi altro concetto; almeno agli occhi della maggioranza.
Una grande insidia emerge suo malgrado ed è urgente renderla nota; ma per poterla interpretare occorrerà aver preso coscienza di un quadro d’insieme che riguarda per l’appunto le falde della creazione e della vita, ciò che farò del mio meglio per rendere riferibile nei tratti essenziali.
Si tratta di una trappola in parte già introdotta, nel mio commento dell’8/12 che già invita a un’integrazione; e poiché nutrire dei sospetti è una cosa (già agitata da diverse parti) mentre verificarli è tutt’altra, ho deciso di sintetizzare informazioni e nozioni di cui dispongo da molto più tempo, non limitate ad acquisizioni soggettive.
La problematica si trova delineata presso AstroTime, con alcune tessere non conosciute ma essenziali ed un corollario indispensabile per tradurre le idee in riferimenti futuribili, secondo il livello di interessi di ciascuno.
http://astrologia.astrotime.org/L_Ultimatum.htm
La pagina manterrà così la sua veste dinamica e verrà aggiornata (rispettando data e versioni, come d’uso in caso di previsioni) con i possibili sviluppi.
Onori alla signorilità dell’Ospite, i cui assunti erano anche per me indiscussi, mentre il suo potenziale dissenso ha sollecitato in me il contraddittorio sulle forme. Ho seguìto un iter un po’ diverso, poiché dal mio punto di vista non mi fermo se non ho scoperto cosa c’è dentro; così abbiamo dibattuto, in fondo sostenendo le stesse cose.