Google ha recentemente lanciato una nuova funzionalità che consente ai propri utenti di pianificare con precisione cosa debba accadere ai loro dati privati in caso di lunga inattività, ad esempio in caso di morte. Lo strumento si chiama “Inactive Account Manager” (in italiano “Gestione Account Inattivo”) ed è stato annunciato giovedì scorso sul blog di Google dal Product Manager Andreas Tuerk. “Non è un grande nome, lo sappiamo bene” – scrive umilmente Tuerk, a quanto pare la discrezione ha avuto la meglio nella scelta della denominazione, anche se qualche utente ha proposto interessanti alternative come “Le mie ultime volontà”, vista l’evidente natura di testamento digitale di questa nuova funzionalità.
Insomma, la morte, un evento di difficile e complicata trattazione, non può più essere ignorata dai più grandi gestori di informazioni del web, dato che ormai una parte importante della vita di molti utenti si svolge quotidianamente sulla grande rete. Un aspetto che ha spinto anche Facebook all’introduzione di un meccanismo per consentire di rimuovere l’account di una persona deceduta o di trasformarlo in un account commemorativo a fronte della segnalazione dei parenti. Non vi è alcun dubbio, infatti, che la privacy di un individuo debba essere salvaguardata anche dopo la sua dipartita, nel pieno rispetto delle sue volontà.
Grazie a questo nuovo strumento, l’utente può indicare a Google cosa fare dei propri messaggi Gmail e dei dati gestiti per mezzo degli altri servizi Google nel caso il proprio account diventasse inattivo per una qualsiasi ragione. Innanzitutto è possibile indicare un numero di cellulare o un indirizzo e-mail cui inviare un avviso prima che venga svolta qualsiasi operazione sull’account, quindi si può impostare il periodo di timeout per il proprio account (default: 3 mesi), affinché un mese prima della scadenza Google possa tentare di avvisarti (se sei ancora in vita, ovviamente).
Inoltre è possibile indicare fino a dieci contatti fidati, ad esempio famigliari o amici, da informare sul fatto che il tuo account risulta inattivo, scegliendo anche se condividere i propri dati con loro. Infine, si può chiedere a Google di eliminare l’account al termine delle operazioni di cui si è richiesta l’esecuzione: tutti i dati associati a prodotti e servizi di Google verranno eliminati, compresi eventuali contenuti condivisi pubblicamente, ad esempio video su YouTube, post su Google+ o blog su Blogger.
L’accesso alla nuova funzionalità non è di immediata individuazione: da uno qualsiasi dei servizi Google, ad esempio Gmail, bisogna cliccare su “Account” e, nella sezione “Gestione dell’account”, individuare la scritta “Stabilisci che cosa vuoi fare del tuo account quando smetti di utilizzare Google” e cliccare sul link sottostante “Leggi ulteriori informazioni e passa alla configurazione”.
I servizi di Google interessati dallo strumento di gestione degli account inattivi sono: Google+ (profilo, cerchie e [+1]), Blogger, Gmail (messaggi e contatti), Google Drive, Google Pages, Picasa Web Album, Google Voice e YouTube.
Dice Tuerk: “Speriamo che questa nuova funzionalità vi consenta di pianificare la vostra vita digitale dopo la morte, in modo da salvaguardare la tua privacy e la tua sicurezza, rendendo la vita più semplice per i vostri cari dopo la vostra dipartita. Adesso puoi morire in pace, con i tuoi eredi sicuramente certi di ricevere i contenuti del tuo Google Drive e dei tuoi album su Picasa. Inoltre, puoi scegliere di mandare tutto all’aria come un cumulo di cenere soffiato su un oceano virtuale o sepolto sotto un albero da frutto digitale”.
Un’ottima mossa da parte di Google, non c’è che dire. Non sarebbe male se anche gli altri gestori dei nostri dati sul web, come Twitter, Linkedin, eBay, Amazon, PayPal, Yahoo!, iTunes, Flickr, Photobucket, Dropbox o Evernote, decidano prima o poi di seguirne l’esempio. Senza dimenticare altri provider di posta elettronica e gli istituti bancari.
Sicuramente nessuno di noi vuole che tutto questo materiale personale e privato possa essere sottratto o ne venga violata la privacy quando non saremo più in questo mondo, perciò il consiglio è quello di stilare un testamento digitale da affiancare a quello tradizionale, mettendovi chiare istruzioni su come accedere ai vostri dati e ai contenuti privati, indicando ai vostri eredi e familiari in che modo volete disporne, per evitare che finiscano nel limbo digitale della grande rete.
Ettore Guarnaccia