Censorship, Cyber Warfare, Media

La pericolosa confusione fra spionaggio informatico e guerra cibernetica

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Lo spionaggio informatico non equivale alla guerra cibernetica. Il primo può essere attuato da parte di più attori e per molteplici ragioni, non si riferisce direttamente ad un conflitto e ha un ruolo minore nel vasto panorama della guerra cibernetica. Di conseguenza, l’assimilazione fra i due concetti non solo è ingiustificata ma è anche in grado di provocare più danni che benefici.

La Cina è stata recentemente accusata dai media di un’intensa attività di spionaggio nel cyberspazio, principalmente nei confronti degli Stati Uniti. In particolare, la Cina è accusata di utilizzare mezzi informatici per ottenere l’accesso a segreti militari, tecnologici e industriali detenuti da nazioni straniere e grandi aziende internazionali. In questo contesto, è stata sollevata una retorica in tema di guerra cibernetica e molti si sono chiesti se è stato di fatto avviato un conflitto con la Cina.

La retorica troppo spesso alimentata dai media in merito alla guerra cibernetica cova in sé un grande pericolo, poiché una dichiarazione di guerra, sebbene sul piano cibernetico, ha sempre gravi conseguenze. Dal momento che la guerra è riconosciuta universalmente come la più grave minaccia per la sopravvivenza, il benessere e la prosperità della società, la superficiale e incosciente oratoria in tema di guerra cibernetica crea ed alimenta un pericoloso clima di paura e tensione, provoca un certo aumento del livello di emergenza generale e favorisce il prosperare delle contromisure associate, portando verso l’intensificazione della corsa agli armamenti informatici. Non è proprio il caso di scherzare con questi temi.

Esistono diverse ragioni per evitare sia l’inutile militarizzazione del cyberspazio che la pericolosa commistione fra cyber spionaggio e guerra cibernetica. In primo luogo, lo spionaggio è solo una delle attività cui determinati attori ricorrono per motivi di sicurezza, affari, politica e tecnologia, pertanto non vi è nulla di intrinsecamente e prettamente militare. L’attività di spionaggio consiste principalmente nel tentativo di scoprire qualcosa che dovrebbe rimanere segreto e, come tale, può essere attuata per diverse motivazioni.

In secondo luogo, l’organizzazione e l’attuazione di campagne efficaci di spionaggio può richiedere anni ed i risultati sono quasi sempre incerti. Al contrario, impegnarsi in una guerra di lunga durata, comunque incerta, è difficilmente considerabile come una politica saggia, visto che i costi che una guerra comporta tendono a fornire sgradite sorprese.

In terzo luogo, ottenere informazioni non è uno dei motivi principali per avviare una guerra, ma è casomai solo una delle attività propedeutiche e preliminari quando la decisione di dichiarare guerra è già stata presa. Una guerra ha quasi sempre l’obiettivo di ridisegnare e plasmare la società avversaria al fine di sostenere gli interessi e i valori di una sola nazione, ovvero per prevenirne le azioni o per persuadere l’avversario a fare una determinata cosa. Lo stesso vale per la guerra cibernetica.

Le probabilità che scoppi una particolare guerra cibernetica nel prossimo futuro sono piuttosto basse. Ciò di cui dovremmo invece essere maggiormente consapevoli è l’uso di mezzi informatici nei conflitti convenzionali. Il cyber spionaggio può essere utilizzato in guerra come attività di preparazione allo scontro, come parte degli sforzi di intelligence o per prepararsi alla pace. In aggiunta, una campagna di spionaggio di lunga durata che dovesse infine essere rivelata ufficialmente, potrebbe condurre ad una guerra convenzionale qualora venisse interpretata come giustificazione di azioni preventive o di prevenzione.

Sebbene il concetto di guerra sia diventato piuttosto vago e il confine fra guerra e pace sia sempre più sfocato, lo spionaggio va inteso come un’attività unica nel suo genere. Affinché un’azione possa essere classificata come atto di guerra, essa dovrebbe causare diverse perdite umane ed enormi danni materiali: lo spionaggio cibernetico non provoca questi effetti. Per la massa c’è ben poco da guadagnare da questa terribile confusione mediatica fra spionaggio e guerra cibernetica, mentre le potenziali perdite in termini di limitazione dei diritti dell’uomo, delle libertà individuali e della libertà di espressione possono diventare rilevanti.

Liberamente tratto da: The Danger of Mixing Cyber Espionage with Cyber WarfareInfosec Island

 

Ettore Guarnaccia

 


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