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Insegnare la sicurezza online ai figli in età prescolare

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Noi genitori ci preoccupiamo fin dalla nascita dei nostri figli di proteggerli dai pericoli del mondo reale, ma quanti di noi si preoccupano di metterli in guardia dalle insidie online? Come i nostri genitori cambiarono la nostra educazione in funzione dell’evoluzione tecnologica della loro epoca, così noi siamo chiamati ad adeguare l’educazione dei nostri figli al terzo millennio.

Non attraversare la strada da solo! Lavati bene i denti prima di andare a letto! Non accettare doni dagli sconosciuti! Non rivolgere la parola agli sconosciuti! Non toccare la pentola sul fuoco! Non mettere le dita nella presa elettrica! Lavati le mani!

In qualità di genitori, quante volte abbiamo urlato queste frasi ai nostri bambini? Non senza una buona ragione, poiché è una nostra precisa responsabilità proteggerli e tenerli al sicuro da pericoli e malattie. Quantomeno per quanto riguarda il mondo reale.

Sta diventando sempre più evidente che questi nostri sforzi protettivi potrebbero non essere più sufficienti, da quando i bambini passano parte del proprio tempo online. Durante la loro esperienza digitale, infatti, essi sono inevitabilmente esposti a nuove tipologie di pericoli sui quali molti genitori non sono preparati a vigilare, semplicemente perché durante la loro infanzia questi pericoli semplicemente non esistevano. Oggi, invece, ogni bambino ha in qualche modo accesso ad Internet, al Web, alle “app” e ai social media. Dovremmo quindi, noi genitori, insegnare ai nostri figli anche i pericoli del mondo virtuale e, soprattutto, come evitarli? La risposta è alquanto ovvia. Ma a quale età è giusto iniziare e quali cognizioni è giusto trasferire loro?

Iniziare l’educazione alla sicurezza online il prima possibile, teoricamente non appena il bambino approccia le tecnologie digitali connesse alla grande rete, è molto probabilmente la migliore soluzione. Molti saranno portati a pensare che un bambino di soli 5 anni sia ancora troppo piccolo per imparare a conoscere i pericoli di Internet, eppure nel mondo d’oggi dobbiamo imparare noi genitori per primi a tener presente che un bambino di questa età potrebbe già avere alle spalle 3 o 4 anni di esperienza nell’uso di dispositivi digitali, siano essi smartphone, tablet, notebook, console di videogiochi o console portatili.

I bambini di oggi, anche a soli 5 anni, hanno la cognizione necessaria per utilizzare dispositivi digitali di diverse tipologie, pur senza avere la benché minima comprensione dei rischi associati ad un loro uso inconsapevole, diventando essi stessi un potenziale veicolo di diffusione non autorizzata, ad esempio, di informazioni personali (nome, cognome, ubicazione geografica, numeri di carte di credito, ecc.) verso adulti sconosciuti. Bisogna tenere ben presente che, anche qualora l’utilizzo dei dispositivi digitali si svolgesse offline (ad esempio con soli videogiochi innocui), questi dispositivi sono comunque costantemente connessi via WiFi o rete cellulare, perciò potenzialmente soggetti ad intrusioni o a comunicazioni non sollecitate attraverso i diversi sistemi di private messaging che normalmente ospitano e che possono catturare l’attenzione dei più piccoli.

Di conseguenza, così come insegniamo loro ad attraversare la strada con attenzione, a non toccare il forno acceso e a non rivolgere la parola agli sconosciuti, possiamo e dobbiamo insegnare loro ad agire analogamente durante le loro esperienze online. Così come insegniamo loro a mantenere un’igiene appropriata e a comportarsi bene nel mondo reale, dovremmo insegnare lo stesso per quanto riguarda il mondo virtuale. I nostri figli devono imparare a distinguere quali strumenti sono da considerarsi appropriati per l’interazione e quali devono essere invece percepiti come pericolosi: non solo gli scontati siti pornografici, ma anche quelli di informazione e tematici che possono presentare contenuti violenti, devianti o scabrosi.

È importante che sappiano cosa è appropriato comunicare a chi (vista l’età in questione, molti non sanno ancora scrivere, ma sanno apporre un “like” o usare le funzioni di scrittura vocale in così rapida diffusione) e come rivolgersi agli interlocutori, secondo i dettami fondamentali della netiquette. Ciò potrebbe consentire una certa riduzione di fenomeni come il cyberbullismo o il sexting, poiché i bambini comprenderebbero già in giovanissima età che cosa sarà proibito fare in classe (ad esempio insultare i propri insegnanti), nell’intervallo o fuori da scuola (insultare o deridere i propri coetanei), e sarà altrettanto proibito online, ad esempio su Facebook, Twitter, Whatsapp, ecc.

L’educazione alla sicurezza online dei più piccoli dovrebbe essere focalizzata su aspetti fondamentali come la sicurezza personale e famigliare (cosa è pericoloso condividere o scaricare online, non accettare comunicazioni o, peggio, incontri con sconosciuti, ecc.), la salute e la reputazione (cosa è considerato sicuro online, non pubblicare contenuti personali imbarazzanti come selfie e video di nudità, ecc.) e la netiquette, ovvero come rapportarsi correttamente e cordialmente con gli altri online in maniera rispettabile.

Tutto ciò può sembrare un po’ sopra le righe per questa fascia d’età e probabilmente richiederà anni perché i sistemi famigliare ed educativo ne comprendano l’importanza e scelgano di adottarlo consapevolmente. Eppure non è il caso di attendere, così come noi genitori non aspettiamo che i nostri figli vadano a scuola per insegnare loro a stare lontani da oggetti appuntiti e taglienti. Meglio iniziare a farlo non appena i pargoli iniziano a maneggiare dispositivi digitali connessi, senza sfuggire dalle domande più difficili, poiché tutto ciò in cui noi incappiamo online, bello o brutto che sia, molto probabilmente raggiungerà anche loro.

Non commettiamo il classico errore di affidarci totalmente a meccanismi informatici di filtro e protezione per bambini, perché i nostri figli passano talmente tanto tempo ad interagire con così tanti dispositivi online, applicazioni sociali e sistemi di messaggistica istantanea che nessuno strumento informatico sarà mai così efficiente da proteggerli del tutto. L’unico modo di proteggere efficacemente i nostri figli online è instillare il giusto timore e un opportuno rispetto nei loro cuori e nelle loro menti verso il mondo virtuale e le esperienze online, focalizzandosi sulle fondamentali differenze, analogie e ripercussioni con il mondo reale.

Guardare i video di YouTube è eccitante ma va fatto con l’attenta e costante supervisione di un adulto (nel vero senso della parola, poiché molti “adulti” si comportano peggio di un bambino di 3 anni), così come solo mamma e papà possono pubblicare fotografie o video su Facebook dopo averne attentamente valutato l’opportunità.

È importante tenere ben presente che qualsiasi cosa facciate in tal senso sarà sempre meglio che non fare nulla del tutto, come purtroppo ancora oggi succede alla maggior parte dei genitori e degli istituti scolastici ed educativi, perché semplicemente ignorano l’importanza di queste misure. Come i nostri genitori dovettero variare la nostra educazione a fronte dell’avvento delle nuove tecnologie dell’epoca (“stai lontano dal forno a microonde”, “non guardare la TV a tarda sera”, “non fare scherzi telefonici”, ecc.), così noi genitori del terzo millennio dobbiamo fare lo stesso con i nostri figli.

Innanzitutto è importante rafforzare e sviluppare nei nostri figli il senso di sé, il senso critico e il concetto di responsabilità individuale, focalizzando la loro educazione sull’importanza della persona e delle informazioni personali. Altrettanto importante è insegnare loro a distinguere fra immaginazione, mondo virtuale e mondo reale, parlando loro sempre con franchezza ed apertura, perché anche in età prescolare sono perfettamente in grado di capire determinati concetti, se posti in forma semplice.

Come genitori, inoltre, abbiamo la responsabilità di attuare il prima possibile e con regolarità questi passi fondamentali nei loro confronti: partecipare, comunicare, ascoltare, regolamentare e vigilare.

Partecipare significa affiancarsi a loro durante l’esperienza online o con i dispositivi digitali, condividere i loro interessi del momento, discuterne ed informarsi quando possibile per poi confrontarsi con i nostri figli, inducendoli così a comunicare con noi in maniera sempre più proattiva. Questo è fondamentale per impedire o limitare il classico distacco che tende a verificarsi poco prima e durante la fase adolescenziale.

Comunicare consiste nel dialogare con loro, nel condividere e trasmettere sani principi e opportune misure di prevenzione, metterli a conoscenza dei crimini affinché ne siano consapevoli, usando messaggi telegrafici ed educando principalmente con l’esempio. Anche questo consente di impedire o limitare il divario generazionale fra genitore e figlio.

Ascoltare significa focalizzare spesso l’attenzione sui loro pensieri, gli interessi e le preoccupazioni, mantenendo sempre aperto il canale d’ascolto perché ogni momento può essere decisivo per rilevare eventuali traumi in atto.

Regolamentare significa definire regole chiare e precise, con le relative conseguenze delle violazioni (es. punizioni o restrizioni), non concedere l’uso personale ed autonomo di dispositivi mobili né social media ai minori di 13 anni, non concedere l’uso di videogiochi né la libera fruizione di contenuti inadatti alla loro età, non consentire l’uso di dispositivi digitali a tavola, a letto o prima di dormire, in situazioni conviviali o quando la loro attenzione è richiesta altrove.

Vigilare significa porre attenzione all’uso che fanno dei dispositivi digitali e dei servizi online, aiutandoli a configurare le impostazioni di privacy e protezione, soprattutto senza mai delegare il controllo ad altri soggetti (es. scuola, compagni o fratelli) né a dispositivi informatici (es. parental control o filtri sulla navigazione).

Infine, consiglio di focalizzare la loro educazione digitale in famiglia su sei aspetti fondamentali: la riservatezza, la correttezza, una giusta diffidenza, la propria integrità, l’equilibrio personale e la condivisione con i genitori. Ovviamente è altrettanto consigliata, in particolare ai genitori che si sentono meno preparati su questi temi, la frequenza di seminari e corsi di consapevolezza e sensibilizzazione sui principali pericoli dell’esperienza digitale online e sulle migliori contromisure da adottare per prevenire qualsiasi evento potenzialmente negativo per i propri figli.

Eventi come “Figli e Internet – Conoscerli per Proteggerli” che verrà presto replicato in data ancora da definire.

 

Ettore Guarnaccia

 


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