Censorship, World Wide Web

Censura del Web: ACTA, ne resterà soltanto uno?

Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!SOPA e PIPA rimandati, FAVA bocciato. Ne resta solo uno, forse il più temibile, il terribile ACTA! Con 365 voti contrari di quasi tutte le coalizioni politiche (eccetto, ovviamente, la […]
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SOPA e PIPA rimandati, FAVA bocciato. Ne resta solo uno, forse il più temibile, il terribile ACTA!

Con 365 voti contrari di quasi tutte le coalizioni politiche (eccetto, ovviamente, la Lega Nord), l’emendamento promosso dall’onorevole Giovanni Fava è stato stroncato, più che bocciato. Nonostante le grandi attestazioni di stima e sostegno lanciate a piene mani dagli Stati Uniti e raccolte solo dal solerte onorevole padano. Dopo il dietrofront su SOPA e PIPA, questa è l’ennesima sconfitta dell’illogica strategia di repressione della libertà di espressione del Web 2.0 con la scusa di difendere la proprietà intellettuale degli autori.

Molti attribuiscono la colpa di questi maldestri tentativi di censura alla scarsa volontà dei promotori di comprendere appieno le caratteristiche e i meccanismi del Web 2.0 per poter disegnare misure di protezione della proprietà intellettuale (ripeto, concetto che ritengo sacrosanto) che siano realmente efficaci e non vadano a toccare la libertà di espressione individuale. Io che in questi casi sono propenso a pensare male, invece, il mio parere l’ho già espresso: è proprio perché hanno finalmente compreso le potenzialità (e i pericoli, dal loro punto di vista) del Web 2.0 che le lobby della comunicazione cercano, con la forza e non con il dialogo, di abbattere la libertà di espressione e di ottenere finalmente il monopolio della comunicazione, una sola, unica, ufficiale voce per informare la popolazione!

Ad ennesima dimostrazione dell’infondatezza delle motivazioni addotte a supporto di SOPA, PIPA e FAVA, Paulo Coelho, un vero e proprio autore coi fiocchi, uno che ha sicuramente voce in capitolo in tema di proprietà intellettuale, decide addirittura di acquistare uno spazio sul famigerato The Pirate Bay per incitare alla condivisione libera dei suoi testi! Non certo un dissennato, Coelho afferma che le vendite dei suoi testi sono aumentate notevolmente da quando questi sono stati oggetto di pirateria e condivisione tramite P2P. Più in generale, egli espone il suo pensiero in un articolo pubblicato due settimane fa sul suo blog. In particolare, come già avevo fatto anch’io, definisce questi tentativi di censura del web “un pericolo reale“.

Il fronte anti-libertà, dopo aver incassato tre sconfitte in campo legislativo, rimane invece saldamente in gioco in campo commerciale grazie ad ACTA, un accordo commerciale anti-contraffazione sordidamente coltivato fin dal 2007 da circa 40 nazioni mondiali, dalle immancabili RIAA e MPAA, nonché da diverse multinazionali interessate al tema. L’Unione Europea partecipa rappresentata dalla Direzione Generale Commercio e dal Consiglio dei Ministri, mentre il Parlamento Europeo è completamente tagliato fuori dai giochi (e non è certo la prima volta!), nonostante abbia promosso uno studio che dimostra l’estrema necessità di rigettare ACTA.

La sostanza è sempre la stessa e consiste nell’ennesimo tentativo di introdurre misure internazionali per contrastare la diffusione non autorizzata di materiale coperto da copyright, puntando anche stavolta l’indice contro i provider di hosting e di servizio invece che portare una soluzione razionale, ponderata e, soprattutto, equa ed attuabile. Anzi, stavolta la preoccupazione si allarga anche ad altri campi. Per fare un esempio, molte organizzazioni di volontariato come Médecins Sans Frontières, Oxfam e Health Action International, denunciano da tempo la minaccia che ACTA rappresenta realmente per le persone che necessitano di farmaci generici e a basso costo, in particolare nelle nazioni del terzo mondo.

In prima linea contro ACTA si schiera La Quadrature du Net, che denuncia apertamente le palesi minacce alla libera condivisione dei contenuti nel Web e le menzogne che la Commissione UE usa senza alcun ritegno per difendere ACTA. Oltre 75 giuristi statunitensi hanno inviato una lettera aperta al presidente USA Barack Obama per chiedergli di fermare l’accordo come risposta al testo proposto dalla Commissione UE intitolato “10 miti su ACTA“.

Nel frattempo sono partite petizioni online anti-ACTA e diverse città europee si preparano a scendere in piazza sabato 11 febbraio per protestare contro il famigerato trattato commerciale (esiste già una mappa delle piazze interessate dalla protesta). Non ci resta che aspettare per sapere se la natura commerciale e non legislativa di ACTA possa finalmente costituire l’arma giusta per le lobby della comunicazione, oppure se anche stavolta trionferà la libertà di espressione completando un poker clamoroso!

Per chi volesse consultare il testo integrale di ACTA in lingua italiana, ecco il link. Se vi interessa sapere in quali modi combattere ACTA, ecco la Wiki messa in piedi da La Quadrature du Net.

 

Ettore Guarnaccia



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