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Looking back: bilancio dei 12 mesi passati. Che storia!

Se hai trovato utile questo articolo, condividilo sui tuoi profili social!Un bilancio di quanto accaduto negli ultimi 12 mesi: sogni, obiettivi, sfide, incontri, collaborazioni, sofferenze, risultati e gratificazioni. Una storia, un percorso, una serie di […]
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Un bilancio di quanto accaduto negli ultimi 12 mesi: sogni, obiettivi, sfide, incontri, collaborazioni, sofferenze, risultati e gratificazioni. Una storia, un percorso, una serie di esperienze che mi hanno profondamente arricchito e anche un po’ cambiato. Con un grazie a chi mi è stato a fianco.

Chi mi conosce bene sa che non mi fermo mai: un lavoro molto sfidante e impegnativo, una vita densa di responsabilità, spesso in viaggio, mille idee per la testa e sempre nuove iniziative da intraprendere. Se c’è un sentimento che mi è sconosciuto, questo è la noia. Ebbene, guardando indietro ai 12 mesi passati, mi rendo conto che sono successe tantissime cose, molte delle quali assolutamente inaspettate e gratificanti, altre invece particolarmente provanti ma comunque accrescenti.


Come quando, dopo aver affrontato una lunga e impegnativa salita per scalare una montagna, arrivi in cima e, stanco ma soddisfatto, ti siedi ad ammirare la valle e ripercorri visivamente e mentalmente la strada, riprovando in parte le sensazioni, gli incontri, le fatiche e le aspirazioni del percorso fatto, così mi soffermo a ripercorrere questa importante parte della mia vita.

Innanzitutto, ho realizzato un sogno che avevo fin dalla quarta superiore, quando fui rimandato (prima e unica volta nel mio percorso da studente) in grammatica, dopo un anno scolastico vissuto in un contesto familiare difficile. Quell’estate, grazie alle preziose indicazioni ricevute da un’insegnante d’eccezione e a diverse interessanti letture, cominciai ad assimilare l’arte e il piacere della scrittura. Pur senza particolari velleità, maturai e coltivai nel tempo il sogno di scrivere, un giorno, un libro tutto mio. Questo sogno si è avverato il 4 ottobre scorso, quando ho pubblicato il libro “Generazione Z – Fotografia statistica e fenomenologica di una generazione ipertecnologica e iperconnessa” grazie al prezioso contributo e al supporto di altri professionisti (cliccare qui per leggere ulteriori dettagli sul libro) e con tante inattese soddisfazioni.

Ma il libro è stato solo il vertice di un vero e proprio iceberg: nello stesso periodo ho tenuto ben 13 interventi educativi in scuole, associazioni, conferenze e aziende, 11 interviste su radio, televisione, podcast e siti web, ho avuto il privilegio di scrivere per il Rapporto 2019 sulla Sicurezza ICT in Italia del Clusit e per la famosa rivista Data Manager, è stato scritto un articolo su di me sul Corriere del Veneto, ho ricevuto due importanti e lusinghiere recensioni pubbliche, ho pubblicato 12 nuovi video sul mio canale YouTube e scritto 10 articoli sul mio blog.

Soprattutto, ho conosciuto persone interessanti, incontrato tanti ragazzi fantastici, genitori, insegnanti, giornalisti e manager particolarmente illuminati, e ricevuto numerose attestazioni di stima e tanti complimenti in diverse forme.

Tutto questo in un periodo afflitto dalla sofferenza e dalla perdita di una persona importantissima, in un clima familiare certamente non facile, ma anche da un importante cambio di azienda e un notevole aumento di responsabilità, molti spostamenti e impegni lavorativi, un fastidioso problema di salute e l’ultimo anno di scuola media di mio figlio con gli esami finali.

Guardando indietro a questo periodo della mia vita, non so spiegarmi del tutto come abbia potuto riuscirci e mi viene da pensare “che storia!”.

Sono fermamente convinto che l’impegno sociale e culturale che ho profuso in questi anni abbia un innegabile valore aggiunto e sia fondamentale soprattutto in quest’epoca di profondi e rapidi cambiamenti. Cambiamenti in larga parte indotti dalla tecnologia e non opportunamente bilanciati da idonei investimenti in cultura, educazione e consapevolezza su fenomeni, meccanismi e rischi tipici di un contesto ipertecnologico e iperconnesso. Gli effetti sulla società in generale, e sulle persone in particolare, sono evidenti e potrebbero comportare, nel lungo periodo, numerosi altri effetti psichici, psicofisici e fisici che oggi non sono del tutto prevedibili e prevenibili.

Nonostante le difficoltà sperimentate, quante iniziative, quali imprese, che risultati e quante gratificazioni! È complicato descrivere quale e quanta ricchezza abbia acquisito in questi 12 mesi nel conoscere persone (e personalità) nuove, nel misurarmi con tante sfide, nell’aver assorbito l’entusiasmo e la spontaneità delle centinaia di ragazzi incontrati, nell’aver ricevuto gratitudine dagli occhi, dalle parole e dagli scritti di genitori e insegnanti, e nell’aver condiviso idee, iniziative e interessi con colleghi di lavoro, manager d’azienda, persone impegnate nel sociale, giornalisti abili e competenti, professionisti preparati e disponibili, e amici pronti ad accogliere le mie proposte di collaborazione, con cui ho condiviso parte del percorso. Oltre alla mia famiglia, che mi ha sempre supportato e incoraggiato. Un bagaglio arricchito dagli insegnamenti che mi ha lasciato una persona speciale: grande dignità, eleganza d’animo, entusiasmo per la vita, curiosità per la cultura, presenza, accoglienza, apertura, educazione, sani principi e tanto amore.

Un giorno, in rete, ho trovato per caso questa splendida citazione di Francesca Virgulto che ben si applica alle tante persone speciali che ho avuto la fortuna di incontrare nella vita e in quest’ultimo periodo:


Le incontri per caso le persone speciali.
Poi scopri che ne avevi bisogno.
Poi scopri che non è un caso.


(Francesca Virgulto)

Una cosa è certa: queste persone speciali mi hanno reso molto più “ricco” di prima e mi hanno un po’ cambiato dentro. Non li cito per nome perché non voglio correre il rischio di dimenticare qualcuno, ma vorrei racchiuderli tutti in un abbraccio per ringraziarli e restituire loro un po’ della ricchezza e del calore che ho ricevuto e per poter dire loro: “che storia!”.

Grazie a tutti.

Ettore Guarnaccia

Fotografia di Abel Maestro Garcia (uso consentito)


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