Censorship, World Wide Web

Censura del Web e ACTA: presto dottore, lo stiamo perdendo! Lamar Smith intanto ci riprova

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Nonostante tutte le batoste ricevute, ACTA è ancora vivo, seppure in rianimazione. Chi cerca a tutti i costi di tenerlo in vita è la famigerata Commissione Europea, l’organo esecutivo e promotore dei processi legislativi che dovrebbe rappresentare e tutelare gli interessi dell’Unione Europea nella sua interezza, detenendo il monopolio del potere di iniziativa legislativa. In sintesi, un accordo fermamente osteggiato dall’opinione pubblica e addirittura da alcuni governi è tenuto disperatamente in vita dall’organismo che dovrebbe tutelare governi e cittadini nell’insieme. Paradossale, no?

Allo stato attuale, Germania, Olanda, Estonia, Slovacchia e Cipro hanno rimandato la firma per pensare bene a cosa fare, anche in considerazione della scarsa compatibilità dell’accordo con la loro legislazione interna. Fra i firmatari, Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania hanno in più occasioni manifestato l’intenzione di fare un passo indietro. Se ACTA non sopravvivrà, dovremo ringraziare l’Europa dell’est.

Viviane Reding, vice-presidente della Commissione Europea e commissario per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, afferma che “la tutela del copyright non può mai giustificare una restrizione delle libertà di espressione e informazione”. Proprio ieri, il commissario al commercio Karel De Gucht ha comunicato che “ACTA verrà analizzato dalla Corte di Giustizia Europea con l’obiettivo di stabilire se esso metta a rischio i diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea, ponendo limiti alla libertà di espressione e informazione, ovvero a comportare rischi di violazione della privacy individuale”. Sembra che lo stesso De Gucht abbia ammesso di condividere i dubbi manifestati dall’opinione pubblica, per poi precisare che l’eventuale ratifica di ACTA non cambierà niente nell’Unione Europea né in Internet.

L’impressione che ne traggo è che, pur cercando di salvare la faccia, stiano lasciando andare il paziente al suo, ormai scontato, destino. Destino segnato fin dal principio, visto che l’accordo è nato oltre oceano ed è stato discusso e sviluppato clandestinamente, coinvolgendo solo una ristretta parte del meccanismo e senza ascoltare la voce degli utilizzatori della grande rete.

A chi volesse tenere d’occhio la situazione di ACTA consiglio di visitare con regolarità questa pagina del Parlamento Europeo.

Nel frattempo lo zelante Lamar Smith, dopo la batosta subita con l’accantonamento di SOPA, ha studiato un nuovo atto denominato “Protecting Children from Internet Pornographers Act of 2011”, nome in codice “H.R. 1981”. Sembra quasi che il titolo sia stato accuratamente studiato in modo da poter bollare come criminali e pedofili tutti coloro che lo osteggeranno. Qualcosa mi dice che lo scopriremo presto.

 

Ettore Guarnaccia



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7 Comments

  1. ACTA, la bocciatura del Garante UE per la Privacy – Il Garante europeo per la protezione dei dati boccia l’ACTA: limita la libertà d’espressione, il diritto alla privacy e nega la presunzione di innocenza. Leggi tutto: http://www.webnews.it/2012/04/25/acta-bocciatura-del-garante-ue-per-la-privacy/#ixzz1t3hkGXZ2

  2. Quarto no per Acta. È della Commissione Sviluppo del Parlamento europeo. Si aggiunge ai voti delle Commissioni Giuridica, Industria e Libertà civili.
    https://www.01net.it/quarto-no-per-acta/

  3. Acta: 4 No dal Parlamento Europeo

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